È quasi mezzanotte a Zolder, nel momento in cui scriviamo. La gara di endurance è iniziata da più di dieci ore. Il sole gentile del Belgio ha illuminato i pannelli fotovoltaici fino al tramonto.
Si dice che le gare di auto elettriche siano silenziose, ma l’assenza del rombo dei motori a scoppio dà spazio alle voci dei team: inglese, tedesco, turco, colombiano, italiano, svizzero, fiammingo, olandese. Incitamenti, applausi, richiami, riflessioni e consigli si rincorrono dalle radio dei box alle auto in pista, lungo la pitlane, fra i paddock.
Qualche pilota riesce a riposare tranquillo in attesa del suo turno, da un box all’altro ci scambiamo cibo e sorrisi, qualche dato. Non sono i giri fatti, non chi è primo, quanto la durata delle batterie, la temperatura del motore, l’amperaggio, la tensione delle batterie. T1, T2 e T3, gli intertempi del giro per tenere sotto controllo la costanza della velocità, quindi l’assorbimento della corrente.
Archimede 1.0 insieme ad alcuni dei prototipi di auto solari più raffinati al mondo: 200 chilometri e ancora tutta la notte e una domenica mattina. Think solar.
It’s almost midnight at Zolder, at time of writing. The endurance race began more than ten hours ago. The gentle sun of Belgium has illuminated photovoltaic panels until sunset.
Rumor has it the electric car races are silent, but the roar absence of the internal combustion engine gives space to the voices of the teams: English, German, turkish, Colombian, Italian, Swiss, Flemish, Dutch. Cheering, clapping, reflections and councils chase from the pit to cars on the track, along the pitlane, between the paddocks.
Many drivers sleep waiting for their turn, we exchange food and smiles, some data. The first is not the fast, but battery life, the engine temperature, amperage, battery voltage. T1, T2 and T3, split times of the lap to control the constancy of the speed, and the current absorption.
Archimede 1.0 together with some of the finest solar car prototypes in the world: 200 km and again throughout the night and a Sunday morning. Think solar.
Aleksandra Semitaio